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Pubblicato il 14/07/2020
Apple ha accettato di pagare circa 25 dollari per dispositivo agli utenti negli Stati Uniti colpiti dal caso di obsolescenza programmata che era noto alla fine del 2017, quando l'azienda ha riconosciuto l'esistenza di un algoritmo che gestiva la batteria nei vecchi terminali per mantenere le prestazioni.
Alla fine del 2017, in risposta alle lamentele di utenti e consumatori che notavano come il loro iPhone rallentasse durante l'aggiornamento alle versioni 10.2.1 e 11.2.0 del sistema operativo iOS, Apple spiegato di aver introdotto un algoritmo per rallentare le sue prestazioni quando il processore raggiungeva picchi di potenza elevata e impedire così allo smartphone di spegnersi improvvisamente.
Questo algoritmo è stato introdotto nelle famiglie iPhone 6, 6s, SE e 7 per appianare questi picchi di domanda, cioè modelli precedenti per gli ultimi sistemi operativi. Con questo strumento Apple difeso il suo utilizzo per limitare la potenza disponibile della batteria o distribuire la domanda di energia su più cicli.
Ma i consumatori statunitensi scontenti lo hanno identificato con una forma di obsolescenza programmata, progettata per convincerli a sostituire i loro iPhone con modelli più recenti, e hanno intrapreso un'azione legale contro la società in una causa collettiva.
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