Pubblicato il 12/11/2024
L'80,16% dei dirigenti spagnoli ammette di non avere un manuale per un uso etico e responsabile dell'intelligenza artificiale (IA), sebbene il 36,54% delle loro aziende lo stia già sviluppando. Inoltre, solo il 19,81% dei leader afferma di aver già formato i propri dipendenti sull'uso corretto di questi strumenti.
Questi dati sono raccolti in un sondaggio condotto da LHH Executive Search, la società del Gruppo Adecco specializzata nella selezione, consulenza e valutazione di dirigenti ed executive, nel quale si evidenzia che il 37,88% dei dirigenti percepisce l'IA come una tecnologia che coesisterà con le risorse attuali.
Il 31,54% crede che sostituirà gran parte del lavoro svolto finora dai dipendenti, il 17,50% considera che trasformerà completamente il settore in cui operano creando nuove opportunità, e il 13,08% non prevede un impatto significativo di questa tecnologia nel proprio settore.
Nel frattempo, il 32,12% dei decisori aziendali intervistati assicura che lancerà nuovi prodotti o servizi supportati da soluzioni di IA e il 30% dichiara che creerà nuovi posti di lavoro per la gestione di progetti di IA e sostituirà compiti svolti dai dipendenti con nuovi strumenti di IA (29,62%).
A questo proposito, il direttore di LHH Executive Search, Rémi Diennet, osserva che “è incoraggiante vedere come l'irruzione dell'intelligenza artificiale cominci a essere vista più come un'opportunità che come una minaccia. Tuttavia, la grande maggioranza delle aziende non dispone ancora di un protocollo che supporti un uso etico e responsabile di questa innovazione”.
“Qui ogni azienda ha un ruolo cruciale per garantire che l'adozione di questi nuovi strumenti sia allineata con i principi di sostenibilità e responsabilità sociale. Solo in questo modo potremo sfruttare il vero potenziale dell'IA senza mettere a rischio il benessere dei lavoratori e gli standard etici dell'organizzazione", riflette Diennet.
PRIORITÀ
D'altra parte, il sondaggio di LHH riportato da Servimedia evidenzia che la priorità strategica per i dirigenti fino alla fine dell'anno è la produttività e le prestazioni dei lavoratori (56,54%), seguita dalla trasformazione digitale (44,42%).
In misura minore, i dirigenti indicano altre priorità, come le richieste dei dipendenti in materia di conciliazione e flessibilità (29,42%), la sostenibilità (24,42%) o la salute mentale dei team (23,27%), essendo l'uguaglianza e l'inclusione la priorità meno rilevante indicata (19,23%).
Per quanto riguarda la rotazione dei dipendenti, il 55,96% dei leader intervistati assicura che non sia una priorità strategica, poiché solo lo 0,96% dichiara che influisce su oltre il 50% del personale.
Inoltre, considerano la principale minaccia per i loro affari il contesto economico (55,58%), seguito di gran lunga dal contesto politico (44,23%) e dall'instabilità del personale (35,77%), e non tanto dall'irruzione di nuove tecnologie come l'IA (21,54%).
Infine, per l'81,54% dei dirigenti intervistati, l'innovazione tecnologica può contribuire a stimolare l'impegno sostenibile delle aziende. Maggiore è la dimensione dell'azienda, maggiore è la percentuale di leader che crede in questa premessa.
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