Pubblicato il 12/12/2024
In un mondo sempre più globalizzato e connesso, il rapporto dei più giovani con gli schermi e l'ambiente digitale è diventato un tema centrale per le famiglie, il corpo docente e la società in generale. In questo contesto, e in linea con la loro strategia comune di protezione dell'infanzia, la Fondazione Orange e Save the Children hanno condotto una ricerca approfondita in collaborazione con GAD3 per comprendere le opportunità, i rischi e le sfide che l'infanzia e l'adolescenza affrontano in questa nuova era digitale.
Lo studio “Infanzia e adolescenza in ambienti digitali” è stato sviluppato in diverse fasi e include le prospettive estratte dalle conversazioni con 17 esperti e da oltre 2.500 interviste a genitori, adolescenti, insegnanti e popolazione generale.
“Siamo di fronte a un tema che preoccupa molto la società e che abbiamo identificato con chiarezza nella nostra strategia di Sostenibilità. Con questa ricerca perseguiamo un obiettivo: gestire adeguatamente le sfide del mondo digitale per contribuire a un uso responsabile della tecnologia. È evidente che si tratta di un compito che richiede l'impegno di tutti, anche di organizzazioni come la Fondazione Orange, particolarmente consapevoli e coinvolte in un buon utilizzo della tecnologia, e molto soprattutto da parte di bambini, ragazzi e adolescenti”, ha sottolineato Luz Usamentiaga, patrona della Fondazione Orange e direttore generale per la Regolamentazione, Affari Pubblici e Sostenibilità di MasOrange.
“L'ambiente digitale offre grandi vantaggi a bambini e adolescenti, ma comporta anche rischi. Analizzare e comprendere quali sono le loro maggiori sfide ci aiuta a lavorare per garantire che i loro diritti siano anche protetti nell'universo digitale”, afferma Andrés Conde, direttore generale di Save the Children.
Di seguito, alcune delle principali conclusioni dello studio:
Tempi di consumo
Il tempo di consumo dei dispositivi inizia a essere oggetto di revisione nelle famiglie. Infatti, secondo lo studio, il 93% degli adolescenti intervistati ritiene che dovrebbe cambiare alcune delle loro attuali abitudini nell'uso degli schermi. Per quanto riguarda le misure per un uso più sano della tecnologia, ridurre il tempo di connessione è la più menzionata dagli adolescenti (54%); seguita da dedicare più tempo allo sport (39%); e non dormire vicino a un dispositivo digitale per evitare la tentazione di dare un'occhiata (34%).
Tuttavia, il 14% degli adolescenti afferma anche che i loro genitori usano il cellulare o le piattaforme digitali più di loro, con una media di tra le 4 e le 5 ore al giorno. E, in questo stesso senso, alcuni genitori ammettono che a volte sono un cattivo esempio per i loro figli riguardo alle abitudini di utilizzo della tecnologia.
È per questo che gli esperti partecipanti al rapporto insistono sull'importanza di riflettere sul proprio comportamento, poiché non si può promuovere un uso consapevole e sano nell'infanzia e nell'adolescenza senza un esempio coerente da parte delle famiglie. Così, adottare limiti e abitudini equilibrate non solo beneficia gli adulti rispetto all'uso che fanno loro stessi, ma contribuisce anche a educare l'infanzia e l'adolescenza nella quotidianità.
Rischi digitali e percezione
Attualmente, la gran maggioranza degli adolescenti (81%) – e della popolazione in generale (89%) – è consapevole dei rischi nell'ambiente digitale e comprende che la protezione della privacy è molto importante.
Vale la pena notare che il 62% dei minori afferma di comprendere bene che tipo di informazioni condividono sulle piattaforme digitali. Tuttavia, più della metà degli adolescenti e degli adulti dichiara di non sapere come proteggere le proprie informazioni personali su Internet. Inoltre, una percentuale molto elevata riconosce di non sapere differenziare le informazioni false nell'ambiente digitale.
Dal rapporto si evince anche che quasi la metà degli adolescenti (46%) è preoccupata per l'impronta digitale che le loro attività lasciano su Internet e ritiene necessario ridurre l'autoesposizione, nonché curare i contenuti che condividono nei loro profili. Nel caso degli adulti, questa preoccupazione aumenta considerevolmente (fino al 65% degli intervistati), dimostrando la grande importanza che attribuiscono alla loro impronta digitale.
Le misure che gli adolescenti adottano per proteggere le loro informazioni sui social network sono molto simili a quelle adottate dagli adulti: non condividere informazioni personali, mantenere i loro account in modalità privata o non accettare richieste da sconosciuti, tra le altre.
Secondo lo studio, quasi la metà degli adolescenti intervistati ha ricevuto messaggi da sconosciuti; il 13% ha ricevuto insulti, molestie o minacce nell'ambito digitale; e il 28% degli insegnanti ha assistito a situazioni di questo tipo.
Di fronte a circostanze di rischio digitale, la reazione più abituale tra gli adolescenti è bloccare la persona o l'account responsabile. Inoltre, il 25% si rivolge ai genitori, mentre il 13% decide di non prendere alcuna azione.
Principali agenti formativi
È fondamentale definire chi ha la responsabilità di educare i più giovani sull'uso corretto della tecnologia. Gli esperti consultati nello studio, così come la società in generale, concordano che questo compito ricade principalmente sui genitori, in contrasto con l'opinione dei genitori di minori di 18 anni, che danno maggiore importanza alle aziende tecnologiche, al governo o agli insegnanti.
Gli adolescenti rafforzano questa conclusione evidenziando anche i loro genitori come i principali responsabili della loro formazione digitale. Tuttavia, menzionano anche il ruolo che svolgono altri agenti nella loro consapevolezza, includendo sia il personale docente e i centri educativi sia figure esterne, con particolare menzione della Polizia Nazionale.
Va inoltre sottolineata la differenza tra i sessi in questo senso, in modo che i ragazzi adolescenti evidenziano maggiormente la credibilità dei loro genitori, mentre le ragazze tendono a valutare più il ruolo della polizia o dei loro insegnanti.
Supervisione parentale e diritti digitali
Secondo la ricerca, le madri di bambini e adolescenti affermano maggiormente di supervisionare e vigilare su tutte le attività dei loro figli su Internet, oltre ad accompagnarli nell'uso che fanno di questo mezzo. Al contrario, i padri sottolineano maggiormente il loro ruolo come risolutori di dubbi legati a Internet e come coloro che parlano dei rischi digitali, anche se senza arrivare a controllare ciò che fanno.
Da parte loro, gli adolescenti (6 su 10) pensano principalmente che i loro genitori abbiano molta o abbastanza conoscenza sulle loro attività su Internet.
Per quanto riguarda specificamente il controllo parentale, secondo i risultati del rapporto, il 61% dei genitori si affida a strumenti per supervisionare le azioni dei più piccoli (questa percentuale scende al 56% tra coloro che hanno figli di età compresa tra 13 e 17 anni).
Il 68% dei genitori crede che il proprio diritto di controllare i dispositivi sia più rilevante del diritto all'intimità dei minori. Al contrario, la maggioranza degli adolescenti (65%) si lamenta che questi strumenti di supervisione limitano la loro privacy. Inoltre, il 60% sa come aggirarli.
Di fronte a uno scenario così complesso, gli esperti concludono che i genitori devono essere preparati a sapere come affrontare sfide quali il fatto che i loro figli abbiano una maggiore formazione digitale e sappiano aggirare i controlli (56%), la complessità delle piattaforme digitali (47%) e l'assenza di risorse e formazione (37%).
D'altra parte, per gli adolescenti, apparire sui social network dei loro familiari – il cosiddetto sharenting – può essere percepito come qualcosa di positivo in alcune occasioni, ma il 16% ritiene che i propri genitori condividano molte o abbastanza informazioni su di loro sui social network e, di fronte a questa situazione, uno su quattro si sente a disagio o molto a disagio. Il rapporto evidenzia inoltre che il 54% dei genitori pratica questa azione, e il 39% lo fa essendone consapevole dei pericoli che comporta.
Questi dati sono direttamente correlati ai diritti digitali nell'infanzia e nell'adolescenza e aprono il dibattito sulla loro eccessiva esposizione online, anche dal nucleo familiare.
Introduzione dell'Intelligenza Artificiale
L'Intelligenza Artificiale (IA) ha un grande potenziale ed è irrupita in vari ambiti, con una presenza molto rilevante nel settore educativo. Allo stesso tempo, l'uso dell'IA suscita sentimenti contrastanti, evidenziando sia i suoi benefici che le sue minacce.
Lo studio conclude che, come strumento educativo, l'IA è potente, ma è necessario aumentare la vigilanza e il supporto da parte di genitori e insegnanti affinché il suo utilizzo sia efficiente, etico e non danneggi lo sviluppo culturale e intellettuale, nonché la creatività, dei bambini e degli adolescenti.
Inoltre, l'IA deve essere intesa come un fattore di supporto, cioè come un complemento e non come un sostituto dell'apprendimento.
Il rapporto riflette anche che bisogna instillare nei giovani un pensiero critico ed etico, suscitando interesse per l'origine delle informazioni utilizzate nei compiti scolastici e la necessaria verifica dei dati, senza dare per scontato che tutte le informazioni provenienti dall'IA siano formulate correttamente.
Raccomandazioni per un uso responsabile della tecnologia
Secondo le conclusioni tratte dal rapporto e tenendo conto delle opinioni degli esperti consultati, la Fondazione Orange e Save the Children propongono una serie di raccomandazioni per un uso responsabile della tecnologia, con un focus speciale sul suo utilizzo all'interno dell'ambiente familiare.
Tra questi consigli, si evidenzia la necessità di apportare alcuni cambiamenti alle abitudini digitali in famiglia, sia da parte di madri e padri sia degli stessi adolescenti. Il rapporto dettaglia, infatti, alcune raccomandazioni in questo senso, come definire orari di utilizzo e limitazioni di tempo, promuovere la disconnessione digitale con attività analogiche, non utilizzare i dispositivi come “ciucci tecnologici”, ecc.
D'altra parte, viene evidenziata la necessità di riflettere sulla privacy dell'infanzia e dell'adolescenza, sia per quanto riguarda i dati condivisi dai genitori (sharenting) sia quelli esposti dai giovani sui loro social network. Per questo motivo, vengono incluse anche raccomandazioni in questo ambito, come la necessità di mantenere i conti in modalità privata, evitare di condividere dati sensibili (localizzazione, indirizzo, scuola…) o evitare conversazioni con sconosciuti.
Soluzioni tecnologiche per la protezione dell'infanzia nell'ambiente digitale
Le soluzioni tecniche per una maggiore protezione dell'infanzia devono essere orientate alla cura della persona, indipendentemente dal dispositivo di connessione. Queste soluzioni sono già in grado di garantire il blocco di determinati contenuti nocivi, sia per le applicazioni che per i siti web. In ogni caso, è necessario continuare a progredire e perfezionare aspetti come i sistemi di verifica dell'età e l'etichettatura dei contenuti.
Inoltre, l'applicazione delle misure di controllo deve essere sempre adattata all'età e/o alla maturità dei bambini, rispettando i loro diritti, e non devono mai sostituire un accompagnamento e un dialogo da parte delle famiglie.
In definitiva, la Fondazione Orange e Save the Children intendono contribuire con questo esercizio a migliorare la situazione attuale dell'infanzia e dell'adolescenza negli ambienti digitali, proponendo azioni pratiche e semplici, accessibili a tutti.
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